Friburgo (Germania), 1962.
legno di nocciolo, bambù, fibre di cocco, fibre di palme cinesi, crine di cavallo, juta, rete di ferro
cm 230 x 500 x 120
ARTISTA INVITATA
“L’entrata alla capanna è aperta. Una porta aperta non è più dentro o fuori, ma è sia dentro che fuori, perché ci muoviamo su una soglia, uno spazio intermedio. L’apertura significa ammettere il due, almeno, cioè il plurale. Il tetto, la cui forma ricorda una ‘M’, è un riferimento alla Linea insubrica che attraversa le Alpi da ovest a est, nata sul punto d’incontro tra la placca euroasiatica e la placca adriatica. Si tratta di una microplacca staccatasi da quella africana nel periodo cretaceo. Questo significa che gli abitanti di Chiavenna si trovano sulla placca euroasiatica mentre noi, qui a Mariano Comense, ci troviamo geologicamente in Africa. La copertura è fatta con fibre vegetali, provenienti da palme di origine cinese.
Sulla parte bassa c’è una striscia di crine di cavallo. All’interno abbiamo fibre di palma di cocco, risorsa di cibo e materiale per tante popolazioni. Come fodera c’è la juta, fibra vegetale prodotta principalmente in Bangladesh e India. La struttura è in rami di nocciolo, tipico delle nostre zone, e stecche di bambù, originario dell’Asia, ma prodotto in Lombardia”.
"L’artista realista terminale è quello che vede la natura e i suoi elementi somigliare sempre di più agli oggetti, prodotti o manufatti. In questa opera siamo nel pieno di una esemplificazione di ciò. Qui la natura è espressa dai vari componenti dell’opera: legno di nocciolo, bastoni di bambù, fibre di cocco, fibre di palme cinesi, crine di cavallo, tessuto di juta. Come si vede sono tutti materiali naturali, che provengono da continenti diversi e da climi differenti. Succede a questi materiali quello che oggi capita alle popolazioni umane. Esse si intrecciano e accatastano nelle metropoli. Qui i materiali intrecciati, non solo assomigliano a un oggetto (la capanna) ma addirittura coincidono con essa. La natura è la capanna. Si capisce allora come questa abitazione sia il luogo ideale perché ci possa vivere l’artista realista terminale".
Guido Oldani
Studia all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano con Vincenzo Ferrara e Diego Esposito.
Attiva sia come artista visiva che come poetessa, espone con continuità dagli anni Novanta. Sue opere si trovano in collezione permanente presso la Saatchi & Saatchi Collection e il Museo di Salò.
Principali mostre
2019 Biennale di Soncino, Soncino (Cremona)
2018 ArtDeFacto, Kunsttankstelle, Lubecca (Germania)
2017 Gallery Sweet Gallery OUTDOOR, a cura di Elena Isella, Mariano Comense (Como)
2017 Biennale di Soncino, Soncino (Cremona)
2017 La vita è l’arte dell’incontro, Cortile Farmacia, Università degli Studi di Milano
2016 Soffioni sospesi,, Cortile Farmacia, Università degli Studi di Milano
2016 Studio Gabelli, Milano
2015 Fabbrica dell’Esperienza, Milano
2015 Biennale di Soncino, Soncino (Cremona)
2014 Galleria Farahzad, Milano
2012 Studio Gabelli, Milano
2008 Anwaltsgemeinschaft Altona, Amburgo (Germania)
2006 Kunstverein, Elmshorn (Germania
2001 Kunstkreis Schenefeld, Amburgo (Germania)
2000 Anwaltsgemeinschaft Altona, Amburgo (Germania)
1998 Galleria Trisorio, Napoli
1995 APC Galerie, Colonia (Germania)
1995 Heimatmuseum, Wedel (Germania)
1995 Rathaus, Halstenbek (Germania)
1995 Industriemuseum, Elmshorn (Germania)
1995 Galerie Garance, Yverdon (Svizzera)
1994 Janus Avvison Gallery, Londra (Regno Unito)
1994 Schleswig Holstein Musikfestival, Elmshorn (Germania)
1992 Landdrostei, Pinneberg (Germania)
1992 Galerie Garance, Yverdon (Svizzera)
1991 Galleria Albert & Heckes, Bonn (Germania)
1991 Galerie Les Arcades, Berna (Svizzera)
1991 APC Galerie, Amburgo (Germania)
1990 Galleria Papenfuß, Halstenbek (Germania)
1990 Galleria San Fedele, Milano