Torino, 1987.
2018, 2021
gesso e pigmenti naturali
dimensioni variabili
«Qualche anno fa realizzai in una chiesa sconsacrata quello che sarebbe diventato un primo studio di RGB: linee di terra che germogliavano su un terreno artificiale. Mi aveva colpito la prima ipotesi di Goethe sull’unità naturale, ovvero che essa si sviluppa da un’unica idea archetipica e originaria.
In questa nuova veste, RGB si compone di elementi cromatici, i primi utilizzati dall’uomo in quanto di derivazione naturale. I dischi con campiture piene, disposti come frammenti. I pittori ci insegnano che un paesaggio si connota di diversi elementi che colpiscono, in maniera sequenziale, il nostro occhio e si avvicinano al nostro piacere visivo.
Tutte le singole parti di RGB, quindi, si compongono ognuna di una cromia differente, disposte seguendo una traiettoria, stabilita dal passaggio di persone».
Dopo gli studi presso l’Accademia di Belle Arti di Torino, si specializza nel 2014 con una tesi di ricerca sul linguaggio performativo. Con i suoi lavori indaga l’immagine dell’isola come forma sola. La formazione della lacuna. Con la costante e rigorosa aderenza ai fatti che accadono davanti ai suoi occhi, assegna alle situazioni uno sguardo universale, fossero anche le cose più silenziose e immote. Vive nella quotidianità e con essa sceglie la tecnica di espressione. Nulla può essere vissuto come vincolante. Solo la processualità: la forma ripetuta, costante e seriale. Utilizza la scrittura come strumento di svolgimento mentale e concreto del lavoro. Ritiene che la fine non sia mai determinata dall’inizio: solo il processo è in grado di costruire il lavoro.