Figino Serenza (Como), 1960. Vive e lavora a Mariano Comense e Cantù (Como).
carta e inchiostro
55 strisce cm 171 x 10 ciascuna
...ai salici di quella terra
avevamo appeso le nostre cetre.
Chi ci aveva deportato pretendeva
parole di canto,
i nostri aguzzini melodie...
Salmo 137
“Mi ricordo una infanzia piena di salici piangenti. Dove sono finiti? Per ricreare, almeno temporaneamente, uno di quei salici che non vedo più, attacco ai rami di un albero qualsiasi una serie numerosa di festoni di carta traforati.
Carte con disegnini a china, ritagliate, piegate, bagnate dalla pioggia, bruciate dal sole, mosse dal vento, appoggio e curiosità per gli uccelli, destinate a sparire in tempi brevi accarezzate dai moti il più delle volte imperscrutabili della natura. Probabilmente raccontano, forse mentendo, quello che ho colto di questo esilio ‘in terra di Babilonia’, che è poi la vita lontana dal giardino dell’Eden e dalle sue gratuite ed eterne delizie”.
Dopo aver frequentato la scrittura, soprattutto con la poesia, ed essersi occupato per diversi anni di letteratura infantile, in età non più giovanile e da autodidatta approda alla pratica dell’arte. Realizza collage e sculture di carta per puro divertimento, alla ricerca di un segno lontano dai patemi romantici dell’arte. La parodia-omaggio al fumetto, all’arte astratta e ai ritagli infantili, ma anche all’arte etnica, stimolata da alcune mostre collettive realizzate dallo Spazio laboratorio La Cornice di Cantù, nel tempo diventa un gioco sempre più costante e meno saltuario, permettendogli così di produrre un numero significativo di lavori. Nel 2012 per la garage edizioni di Mirabello di sotto (Como) pubblica Icio Borghi. Opere, il suo primo catalogo come artista.