Milano, 1965.
tessuto, lino, cotone, legno, corda, tempera naturale con olio di mandorla
cm 250 x 50 x 5
“L’opera è suddivisa in più emozioni. Partendo dalla parte superiore, la stoffa in puro cotone bianco simboleggia la purezza e la bellezza. Il cotone, tessuto a telaio dalla nonna, si fa testimone delle emozioni e delle vibrazioni che pulsano nella donna. Il lino naturale dà voce a una donna cupa con ferite lievi. Infine, il cotone nero con buchi rossi esprime la violenza, attraverso strappi simili a ferite”.
Dopo la maturità al Liceo artistico, frequenta lo IED ad indirizzo grafica. Nel 2000 decide di lavorare nel settore dell’educazione, formandosi direttamente con Arno Stern per poi aprire un closlieu (atelier di pittura) ancora oggi attivo, dove dipingono adulti e bambini. Attraverso l’arte, la sua missione è quella di trasmettere il valore, la bellezza e la lentezza in un quotidiano milanese super frenetico. Dal 1990 ad oggi lavora con l’acquarello, prima su carta per poi decidere di riportarlo sulla tela. Il suo percorso costante è rappresentare con il colore le emozioni, partendo da un tema quotidiano giunto nell’immediatezza del momento. Tra le mostre più recenti: collettiva presso Galeria Gaudi, Madrid 2019; personale Pantarei, Milano 2019; collettiva Inveart - Padiglione d’arte Giovane, Inveruno 2018; personale Pausa MI, Milano 2017; personale presso Museo di Tripi (Messina) 2015.