Giussano (Monza-Brianza), 1982.
cemento, terra, fiori di campo
cm 25 x 72 x 170
“Il lavoro nasce come riflessione sulla morte come fine, perdita, cessazione di qualcosa. Il corpo spesso ci racconta di questa morte attraverso il dolore fisico, una malattia… Sotto ogni dolore che il corpo ci comunica si nasconde un seme che fiorisce solo se lo guardiamo e ce ne prendiamo cura. Ogni morte è una rinascita, una trasformazione”.
Dopo gli studi in scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, concentra il suo lavoro sulla ricerca dei materiali e sul loro valore archetipico. Fili ed elementi naturali, spesso presenti, indagano lo spazio con profondità e leggerezza.