Roma, 1975.
pittura calligrafica, bambù, smalto naturale biodegradabile, inchiostro cinese
dimensioni variabili
“Il Bambino dei Giunchi è il Bambino dell’Inchiostro che trasmette all’Antica Signora il Tao. I caratteri dipinti su ogni asta dell’opera richiamano la mano di un bimbo, irruenta ma decisa, libera, non da qualcosa, ma semplicemente ‘di essere’. Ora sembrano impronte di dita, ora sagome confuse di animali, ora né più né meno che caratteri han. Le aste ricordano le 50 verghe delle pratiche divinatorie dello sciamanesimo taoista. L’opera è dunque un percorso fra ‘macchie divinatorie’, che scavano nell’intimo, dialoganti anche con chi non conosce la lingua del Tao Te Ching, in quanto il suo verbo è cosmico, e abbraccia tutti gli esseri”.
Indicazioni per il visitatore: addentrati tra le canne di bambù.
Calligrafa per forza di cose, visto che è la sua natura, Alessandra Biagini studia cinese, ebraico e lingue antiche per passione, applicando gli studi all’antica arte della Scrittura. Attualmente lavora alla trascrizione amanuense del Libro della Genesi, testo ebraico e italiano, seguendo per la parte italiana l’antico canone gotico. Ha riprodotto il testo di Lao Tze in cinese, su carta di riso, esponendolo alla libreria di Castiglione Olona “La Bottega delle Idee”.