Cabiate (Como), 1946. Vive e lavora a Como.
corteccia di betulla, nido, uova di quaglia, filo di ferro, vetro
cm 60 x 60 x 30
“La composizione vuole interagire con chi le si avvicina. Instabile, stridente, incapace di raggiungere l’armonia, l’opera appare soffocata dalla campana. La goccia rossa, che si esplicita solo da alcune prospettive, vuole attrarre l’occhio attento per comunicare la sofferenza della Natura compressa. L’osservatore sensibile può togliere momentaneamente la campana, per compiere un gesto simbolico, liberatorio, che si rivela però insufficiente non appena la campana stessa è nuovamente riposta sopra il nido. L’iterazione di questo gesto, seppur significativo, ne denuncia la debolezza, non apportando nessun cambiamento finale. Solo un atto diversamente regolamentato, collettivo e consapevole, può, infatti, liberare definitivamente la Natura ristabilendo la più intima relazione con l’Uomo”.
Per il visitatore: “Togli momentaneamente la campana di vetro. Libera la natura!”
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La brughiera brianzola è stata sua maestra d’arte. Il dialogo tra la natura e gli stati emotivi più profondi del suo essere è costantemente presente nelle sue opere. Le esperienze della sua giovinezza e maturità trovano sedimentazione e si manifestano ora, in attesa di un osservatore pronto ad accoglierle.